Titolo originale: Die unendliche Geschichte
Paese di produzione: Germania
Anno: 1984
Durata: 90 min
Regia: Wolfgang Petersen
La storia infinita (Die unendliche Geschichte) è un film del 1984 diretto da Wolfgang Petersen. Ispirato al romanzo omonimo di Michael Ende, è interpretato da Noah Hathaway, Barret Oliver e Tami Stronach nella sua prima apparizione cinematografica. Il suo budget di 25 milioni di dollari ne fece il più costoso film di produzione tedesca. Il film ha avuto due seguiti, La storia infinita 2 (1990) e La storia infinita 3 (1994).
Trama.
Bastian è un ragazzino che sta andando a scuola. Lungo la strada incontra tre bulli che iniziano a prenderlo in giro, lo inseguono e lo gettano in un bidone dell'immondizia. Quando Bastian pensa che se ne siano andati esce dal bidone, ma i tre sono ancora lì ad aspettarlo: inizia quindi a scappare, ed entra nella prima porta che gli capita.
Si ritrova in una libreria, ci sono vecchi libri dappertutto, e seduto su una poltrona c'è un uomo anziano che lo accoglie molto bruscamente. Bastian si sente offeso dalle affermazioni sui bambini davvero poco gentili fatte dal signore, e si difende dicendo che lui è un avido lettore. Si dimostra subito molto interessato allo strano libro che il padrone della libreria tiene in mano: La storia infinita. Appena il libro resta incustodito, Bastian lo afferra e scappa via, lasciando però un biglietto che dice: "Stia tranquillo, glielo restituirò". Il proprietario lo guarda allontanarsi sorridendo divertito.
Bastian col libro sotto la giacca arriva a scuola di corsa, ma è in ritardo, sbirciando dentro l'aula scopre che c'è un compito in classe, decide allora di nascondersi nella soffitta della scuola. Qui si prepara un piccolo giaciglio e inizia avidamente a leggere il suo libro. Egli è quindi il narratore della storia che ci viene rappresentata, e più volte interrompe la lettura o per commentarla o per motivi esterni come la campanella della scuola. Siamo in una foresta, dove alcune creature fantastiche si incontrano: un Mordiroccia, un Maghetto e un Omino con una lumaca e un pipistrello.
I tre iniziano a discutere della loro missione alla Torre d'avorio: vogliono raggiungere l'Imperatrice per parlarle del Nulla (un'entità potentissima che somiglia ad un gigantesco ciclone che minaccia le loro terre). Giunti alla mitica torre, dove si sono riunite diverse creature del regno di Fantàsia, il portavoce dell'Imperatrice annuncia che la stessa Infanta è gravemente malata, e che solo un giovane eroe può salvarla, un tale Atreyu, un giovane fanciullo, che si presenta e accetta il gravoso incarico e l'Auryn, il simbolo dell'Imperatrice.
Atreyu in groppa al suo cavallo Artax inizia la sua ricerca per le terre di Fantàsia e contemporaneamente si materializza Gmork, un Lupo nero enorme che lo insegue tentando d'impedirgli di compiere la sua missione. Giunto alle Paludi della tristezza Artax muore sprofondando in una delle sabbie mobili della palude. Disperato per la perdita del suo cavallo, Atreyu vaga alla ricerca di Morla l'essere millenario, una gigantesca tartaruga che lo indirizza alla volta dell'Oracolo del Sud che dista 10.000 miglia da lì. Atreyu stanco e sconsolato, sta per essere raggiunto da Gmork, quando viene tratto in salvo da un gigantesco dragone bianco.
Si risveglia tra le zampe del FortunaDrago, che risponde al nome di Falkor, e viene accolto dalle amorevoli cure di una coppia di gnomi. Scopre poi di essere in prossimità dell'Oracolo. Coraggiosamente riesce a superare la prima porta delle Sfingi, e davanti alla seconda porta, lo specchio dell'anima, invece di vedere il vero sé stesso con tutte le sue debolezze, vede un ragazzino che legge un libro. L'Oracolo gli rivela poi che l'unico modo di salvare l'imperatrice e distruggere il Nulla, è quello di trovare un nuovo nome per lei, e che solo un essere umano lo può fare.
Il Nulla avanza e l'Oracolo stesso viene distrutto; Atreyu e Falkor ne vengono travolti, il piccolo eroe cade dalla groppa del drago e perde il medaglione. Si ritrova solo e sulle rovine di una strana città, riconosce degli affreschi che ritraggono le sue stesse avventure. Lì incontra Gmork, che gli rivela che Fantàsia non ha confini perché è fatta dei sogni degli esseri umani, e che il Nulla è la dimostrazione che gli umani non sognano più. Atreyu riesce a uccidere Gmork e ricongiuntosi con Falkor, va in cerca della Torre d'Avorio per ammettere davanti all'Imperatrice di aver fallito la missione.
Ma la sovrana sembra al contrario felice e rivela ad Atreyu che egli ha adempiuto al suo compito, perché il giovane umano, che ha seguito tutte le avventure di Atreyu nel libro, è in realtà lì con loro. Bastian non vuole ammettere che l'Imperatrice stia parlando di lui, e solo quando quest'ultima lo implora chiamandolo per nome, egli si convince di essere l'unico in grado di salvare Fantàsia, e si lascia trasportare dalla sua fantasìa. Preso coraggio urla il nome che era di sua madre, come la prima donna, simbolo di un nuovo inizio per ribattezzare l'Imperatrice, eliminando il Nulla.
Ora si ritrova nel buio più totale di fronte all'Imperatrice, l'unica fonte di luce è un piccolo granello di sabbia che è tutto ciò che resta del vasto regno di Fantàsia. L'Imperatrice chiede a Bastian di ricreare quel mondo attraverso i suoi desideri, ogni cosa gli sarà permessa. Il primo desiderio di Bastian è quello di rimettere in vita tutte le creature di Fantàsia sane e salve (compreso Artax), di cavalcare Falkor ed infine inseguire con il Fortunadrago i tre bulli che lo perseguitavano, fino a farli cadere nel bidone dell'immondizia. Dopodiché, prima di tornare a casa, Bastian esprimerà molti altri desideri e vivrà molte altre avventure.
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